Economia

Aprire una società all’estero: tra miti e realtà

Esistono decine di argomenti capaciti di suscitare il panico e ampliare il mistero, come se conoscere la verità fosse impossibile: uno di questi tabù riguarda la possibilità di aprire o meno una società all’estero e sopratutto se questo sia legale oppure no. La faccenda è molto più semplice di quel che sembra, purché se seguano alcuni principi essenziali tra cui il pagamento delle tasse. Ma in quale paese? E con quale regime fiscale? Devo essere residente? Questi sono i dubbi più comuni e sono anche i punti in cui molti vengono tratti in errore e ne pagano amare, anzi salate, conseguenze. Per evitare di alimentare inutili paure e cercando di fare maggiormente chiarezza proveremo a dare alcune risposte.

Può farmi risparmiare?

Questa domanda è subdola e va contestualizzata. Se operi all’estero, risiedi all’estero, produci reddito all’estero allora basterà paragonare i regimi fiscali del tuo paese d’origine e del paese che ti ospita. Il calcolo è semplice. Se invece vuoi costruire una società in altri stati con l’obiettivo di risparmiare sulle imposte sappi che non solo non è legalmente possibile, ma che quello che veniva definito turismo fiscale è sempre meno proficuo.

Aprire una società all'estero

Aprire una società all’estero è perfettamente legale, anche nei così detti paradisi fiscali, basta pagare le imposte nel paese in cui si produce reddito. Come capisco dove sto producendo reddito? Una prima risposta può dartela il luogo di residenza degli amministratori, ad esempio. In generale però dipende dal tipo di accordo che vige tra i due paesi, quello di origine e quello in cui operi: per evitare le doppie imposizioni fiscali i trattati permettono di definire univocamente il tipo di tassazione.

Potresti dover suddividere le imposte tra i due paesi, dover tutto al tuo paese d’origine oppure dover pagare al paese ospitante fino all’ultimo centesimo. Tutto questo è legale, semplice e per nulla pericoloso.

Può essere utile?

Purtroppo non esistono risposte universali. Aprire una società all’estero può essere d’aiuto nel caso in cui ci sia un interesse ad allargare il proprio mercato con l’apertura fisica di succursali all’estero. Questo comporta un amministratore fisicamente presente, una minima organizzazione, cosa non possibile attraverso un ufficio virtuale gestito dall’Italia, ad esempio.

Aprire una società all'estero

Oppure sopratutto se stiamo valutando dove iniziare il nostro business potrebbe essere comodo aprire una società all’estero piuttosto che nel nostro paese d’origine: bisogna tener conto del tipo di attività, dei vantaggi fiscali che potrei ottenere, dall’eventuale voglia di trasferirsi in prima persona, da semplici valutazioni di mercato, maggior domanda e minor offerta. Quindi aprire una società all’estero può essere utile sia a chi vuole ampliare il proprio mercato sia a chi deve iniziare la propria attività.

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In ambito UE ogni cittadino è libero di aprire una società in qualsiasi stato membro purché, ripetiamo, paghi le tasse nel paese in cui effettivamente produce reddito. Questo è l’unico aspetto fondamentale da tenere in conto per evitare contravvenzioni, spesso anche molto esose.

Come fare?

Vi sono diverse soluzioni e la più comune, restando in ambito UE, è la LTD che ha notevole diffusione nel Regno Unito, in Germania e Olanda. È una soluzione comoda per chi vuole operare nel proprio paese di residenza facendo concorrenza alle imprese locali. La LTD è una soluzione flessibile, consigliata per star up e piccole medie imprese, principalmente quelle operanti nel mercato dell’e-commerce.

Aprire una società all'estero

È possibile, come accennavo, anche operare direttamente dall’Italia purché venga aperta una filiale – quindi un’organizzazione stabile – nel paese ospitante. Questa soluzione garantisce un’ottima posizione legale, essendo riconosciuta dal diritto europeo, e allo stesso tempo amministrativa e burocratica: gode di alcuni vantaggi rispetto alla più comune e diffusa Srl. Possiamo pensare di aprire la nostra società all’estero, ma continuare ad essere residenti in Italia e produrre reddito in Italia: infatti è assolutamente legale continuare ad operare in Italia purché si paghino le tasse (www.protax.it). In caso contrario si rischia il resto di esterovestizione in Italia nonostante la nostra posizione fiscale all’estero risulti pulita.

Non esiste un’unica soluzione che possa rispondere ad ogni dubbio, ma tutto è strettamente legato al tipo di lavoro che state realizzando, al reddito prodotto e ai regimi fiscali presenti: in alcuni casi può economicamente essere vantaggioso continuare a pagare le tasse nel vostro paese d’origine, mentre in altri casi può valere la pena trasferire completamente la vostra società.

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